Pozzuoli è il più importante centro dei Campi Flegrei. Lungo l’incantevole strada panoramica si incontra la Chiesa di San Gennaro, dove è custodita la pietra popolarmente ritenuta il ceppo macchiato dal sangue della collocazione del Santo. La macchia assume, in occasione della liquefazione del sangue delle ampolle custodite nel Duomo di Napoli, la colorazione viva propria del sangue. Di fronte un vialetto conduce all’ingresso del Cratere Solfatara, spettacolare vulcano che cominciò ad eruttare 4000 anni fa. Oggi continue emissioni gassose contenenti vapore acque, zolfo e solfuri danno vita a uno spettacolo suggestivo e quasi surreale. Dopo 3 Km si giunge all’Anfiteatro, che è il terzo per grandezza dopo il Colosseo di Roma e quello di Santa Maria Capua Vetere, a Capua.
Da qui, se si prosegue in direzione di Corso Terraciano si incontrano i ruderi del cosidetto Tempio di Nettuno, edificio termale del I secolo, e quelli del Ninfeo di Diana (di cui si conserva il basamento circolare e parte dell’alzato). Se invece si imbocca via Carlo Maria Rosini si arriva alla città vecchia di Pozzuoli. La strada attraversa un panorama splendido e passa davanti all’ingresso di Rione Terra, uno dei centri storici meglio conservati della Campania, che si è sviluppato sull’area della primitiva colonia romana, cuore dell’antica Puteoli, la Pozzuoli romana.
Il quartiere fu evacuato negli anni Settanta in seguito a ripetuti terremoti causati dal bradisismo, il fenomeno di vulcanesimo proprio dei Campli Flegrei, che si manifesta con traumatici sollevamenti e abbassamenti del suolo. Inaccessibile per oltre vent’anni, Rione Terra è stato recuperato, messo in sicurezza e trasformato in cittadella dell’arte e della cultura visitabile dal 2005. I lavori di consolidamento hanno portato alla scoperta di un importante sito archeologico, oggi in parte visitabile, che documenta, attraverso un suggestivo percorso, la città greco romana e il successivo impianto urbanistico secentesco. È qui che sorgeva la gloriosa acropoli puteolana, che culmina nel Tempio di Augusto, i cui resti furono inglobati nel XVII secolo nella costruzione del Duomo di San Procolo. Gli scavi hanno portato alla luce il decumano maggiore, del primo insediamento romani, alcuni edifici pubblici, terme e tabernae adibite a ristorazione, e un pistrinum: panificio con più stanze per la macinatura del grano e la produzione del pane.
Lungo Via Campana, in direzione Quarto, nella vicina necropoli di San Vito spicca un mausoleo di laterizi a basamento quadrato con sovrapposto un tamburo cilindrico con decorazione architettonica esterna.
Da segnalare anche le terme di Nettuno che occupavano più terrazze verso il mare, anche se oggi non rimane quasi più nulla, e i resti del ninfeo di Diana, un ambiente circolare all’interno di un rettangolo che probabilmente era connesso secoli fa con le terme inferiori
A Pozzuoli i Romani costruirono il più importante porto dell’Impero, osservabile per intero dal lungomare Cristoforo Colombo, che rappresenta uno dei migliori esempi dell’ingegneria portuale antica (poggiava infatti su 15 pilastri uniti da archi). Vicino allo scalo commerciale c’è il macellum, il mercato pubblico di Putèolis. Questi ruderi furono a lungo considerati prima i resti del Tempio di Serapide, per il rinvenimento di una statua del dio egizio, e successivamente un edificio termale.
Solo nel secolo scorso si riconobbe la sua reale funzione. Costruito tra la fine del I e l’inizio del II secolo era formato da botteghe disposte intorno a un grande corte porticata con pavimento in marmo, accessibili sia dalla piazza che dalle strade perimetrali. Il maestoso edificio è stato vittima del bradisismo della zona: sulle sue colonne sono evidenti i buchi scavati nella pietra dai molluschi marini quando il fenomeno causò l’abissamento della struttura, poi riemersa.